Le parole dello Smoke Management: sicurezza, fumo e aria

Un viaggio nelle parole dello Smoke Management può rivelarsi sorprendentemente ricco di significati. Ecco perché è utile partire proprio da lì: da tre parole chiave che, pur essendo parte del nostro vocabolario da sempre, meritano uno sguardo più attento.

Nel poco tempo che spesso abbiamo per affrontare temi complessi, vale la pena fermarsi e riflettere sul significato profondo di alcune parole che utilizziamo quotidianamente nel nostro lavoro. Termini all’apparenza semplici, quasi banali, ma che racchiudono concetti fondamentali per comprendere davvero il valore del nostro mestiere.

Un viaggio nelle parole dello Smoke Management può rivelarsi sorprendentemente ricco di significati. Ecco perché è utile partire proprio da lì: da tre parole chiave che, pur essendo parte del nostro vocabolario da sempre, meritano uno sguardo più attento.

Sicurezza: il significato che rassicura

La parola sicurezza deriva dal latino securus, a sua volta formato da se- (privazione) e cura (preoccupazione). Il significato originario è quindi “senza preoccupazione”.

Questo concetto è profondamente legato alla nostra professione: la sicurezza antincendio significa, prima di tutto, garantire tranquillità anche in caso di emergenza. Non si tratta solo di rispettare normative o redigere calcoli ingegneristici, ma di progettare ambienti che offrano serenità a chi li vive e a chi li gestisce — dai clienti ai Vigili del Fuoco.

Il vero obiettivo non è solo prescrivere correttamente tutti i componenti di un sistema di controllo del fumo, ma assicurarsi che il sistema sia realmente sicuro e funzionale. È questo il vero focus del nostro lavoro.

Fumo: tra prodotto e ostacolo

Il termine fumo ha origini latine: fumus, ma risale ancora più indietro, al sanscrito dhu-, un verbo che significa “agitare, soffiare”. Da questa radice nasce dhumas, ovvero il prodotto del soffiare.

Anche la lingua greca contribuisce all’etimologia: typhos (vento), typhon (vento impetuoso), fino a typhòô, che significa “mandare fumo negli occhi all’avversario”. È curioso notare come questa parola abbia assunto, nel tempo, un significato anche simbolico: il fumo come strumento di confusione o di ostacolo.

Nell’ambito della sicurezza antincendio, il fumo rappresenta la principale arma dell’incendio. È il primo elemento che compromette la visibilità, rende difficile l’evacuazione e ostacola gli interventi.
Per questo motivo, gestire il fumo significa controllarne il movimento, affrontare la sua natura dinamica e offensiva, e farlo attraverso un’attenta progettazione dei flussi d’aria all’interno dell’edificio.

Aria: la doppia natura di ciò che ci circonda

La parola aria deriva dal latino āera, nominativo āer, e dal greco ἀήρ (aér). Probabilmente, ha legami con una radice arcaica collegata anche ai termini aeirein (crescere) e arteria, richiamando il concetto di vita.

Nel 1772, Lavoisier fu il primo a condurre un’analisi chimica dell’aria, scoprendo che essa è composta da ossigeno (comburente, vitale per la respirazione e per la combustione) e azoto (componente inerte).

Questa duplicità è affascinante: l’aria è sia ciò che ci mantiene in vita, sia ciò che alimenta il fuoco.
Nel nostro lavoro, l’aria rappresenta quindi un elemento ambivalente. È ciò che dobbiamo controllare e movimentare per fare in modo che diventi uno strumento di protezione, e non un fattore di rischio.

Una visione olistica per un mestiere complesso

La sicurezza antincendio non può essere affrontata solo dal punto di vista normativo o tecnico. Serve un’approccio olistico, che tenga conto di tutte le figure coinvolte nel sistema: il committente, il progettista, l’installatore, il collaudatore, il manutentore.

Ognuno di questi attori ha esigenze diverse, spesso interconnesse. La progettazione deve rispondere a criteri di funzionalità, ma anche di realizzabilità, di sostenibilità economica e di efficienza nel tempo.
Un sistema che sulla carta funziona perfettamente, ma che risulta complesso da installare, manutenere o utilizzare, non può essere considerato realmente efficace.

Per questo motivo è fondamentale superare il semplice rispetto delle normative: occorre entrare in empatia con il processo, comprendere il contesto, mettere al centro le persone e le relazioni.

L’importanza dello “scarto di lato”

Oggi più che mai, è necessario compiere quello che potremmo definire uno “scarto di lato”.
Un passo oltre la consuetudine, un cambio di prospettiva che consenta di affrontare la progettazione non solo con rigore tecnico, ma anche con sensibilità umana.

Non basta fare “il compitino”. Serve comprendere il rischio nel suo contesto, analizzare le specificità dell’edificio, valutare gli aspetti operativi e gestionali.
Solo così è possibile creare sistemi realmente funzionali, efficienti e duraturi.

Questo approccio empatico e integrato è ciò che distingue un lavoro ordinario da una progettazione consapevole e responsabile.

Sicurezza, fumo e aria: parole che conosciamo da sempre, ma che ci riportano all’essenza del nostro lavoro.

Tre concetti apparentemente semplici, che racchiudono un universo di significati tecnici, etimologici, umani.
Tre parole che, nel tempo, hanno guidato il percorso di chi lavora nello Smoke Management, ricordandoci che l’obiettivo finale è sempre lo stesso: garantire la serenità di chi quegli spazi li vivrà, li attraverserà, li proteggerà.

Disclaimer

Le informazioni presentate in questo blog potrebbero non essere aggiornate in base alle normative attuali, per loro natura mutevoli. Si consiglia vivamente di verificare l'attualità delle informazioni presso fonti ufficiali prima di prendere decisioni basate su quanto riportato qui.

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