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by Alessandro Temperini
Controllo fumo e calore, Norme e Decreti9 Dicembre 20210 comments

Sistemi di pressurizzazione vani scala secondo UNI 12101-6:2005

Si sente sempre più spesso parlare di sistemi innovativi per la gestione dei fumi e in particolare dell’utilizzo di sistemi a pressione differenziale per i vani scala al fine di creare compartimenti a prova di fumo così come previsto da paragrafo S.3.5.3 del Codice di prevenzione incendi.

I sistemi di pressurizzazione sono diventati una valida opzione per garantire adeguate condizioni di sicurezza negli edifici pluripiano, essendo in grado di mantenere condizioni sostenibili in spazi protetti, ad esempio vie di fuga, vie di accesso delle squadre di intervento dei vigili del fuoco, atri, scale e altre aree che devono essere mantenute libere dal fumo.

Attualmente la norma UNI EN 12101-6 2005 è quella da considerare per la progettazione. Questa definisce le specifiche di tali sistemi in base alla tipologia di controllo da effettuare e in funzione degli obiettivi di sicurezza antincendio stabiliti nella progettazione generale dell’edificio.

La norma prende in considerazione diverse classi del sistema di pressurizzazione in base alla struttura, alla destinazione d’uso e alle caratteristiche di compartimentazione dell’edificio, che sono subordinate all’obiettivo da raggiungere (protezione dell’esodo o dell’intervento dei vigili del fuoco) e dal tipo di esodo previsto (protezione sul posto, esodo simultaneo o in fasi).

Le classi dei sistemi definite nella UNI 12101-6:2005 sono sei e vale la pena ricordarle:

Sistema di classe A, per la gestione dell’esodo: difesa in loco
Le condizioni di progetto si basano sul presupposto che l’edificio non sarà evacuato e che gli occupanti saranno protetti dagli effetti dell’incendio nel luogo in cui si trovano. I compartimenti differenti da quello in cui si trova l’incendio devono essere sicuri per gli occupanti che rimangono all’interno dell’edificio.

Sistema di classe B, per la gestione dell’esodo e delle squadre di intervento
Un sistema a pressione differenziale di classe B può essere utilizzato per ridurre al minimo il potenziale di contaminazione del fumo dei vani scala durante le operazioni di evacuazione degli occupanti e di intervento delle squadre di soccorso.

Sistema di classe C, per la gestione dell’esodo simultaneo
Le condizioni di progettazione per i sistemi di classe C si basano sul presupposto che tutti gli occupanti dell’edificio saranno evacuati contemporaneamente all’attivazione segnale di allarme incendio.

Sistema di classe D, per la gestione dell’esodo: persone addormentate
I sistemi di classe D sono progettati per edifici in cui gli occupanti possono non essere in stato di veglia, ad esempio hotel, ostelli e collegi, in cui i tempi di reazione possono essere molto lunghi.

Sistema di classe E, per la gestione dell’esodo per fasi
I sistemi di classe E trovano applicazione negli edifici dove l’evacuazione in caso di incendio avviene per fasi in modo scaglionato. Nello scenario di “evacuazione graduale” si considera che l’edificio sarà ancora occupato per un tempo considerevole durante l’evoluzione dell’incendio.

Sistema di classe F, sistema antincendio e mezzi di fuga
I sistemi a pressione differenziale di classe F vengono applicati per ridurre al minimo le possibilità di grave contaminazione da fumi nei vani scala utilizzati dalle squadre di intervento, sia durante il processo di evacuazione delle persone, sia durante le operazioni di spegnimento.

Per tutte le classi descritte, in relazione alla struttura della via di esodo, si stabiliscono almeno le due situazioni che possono verificarsi durante un incendio:

  • a) Con tutte le porte delle vie di esodo rimangono chiuse (sistemi D, C ed E).
    In questo caso è necessaria una richiesta di pressione aggiuntiva, consistente nell’avere un differenziale di pressione tra il percorso protetto e le zone non pressurizzate di 10 Pa nel caso in cui la porta di uscita finale verso l’esterno della via di fuga sia aperta. In quest’ultimo scenario, la differenza tra una classe di impianto e l’altro sta nel numero di porte che si considerano aperte sulla scala oltre alla porta di uscita finale.
  • b) All’apertura di una porta nel compartimento interessato dall’incendio.
    In tal caso è necessario avere un flusso d’aria attraverso la porta del compartimento aperta per impedire l’ingresso di fumo nella via di fuga, per la quale è richiesta una certa velocità di passaggio (0,75 m/s per impianti il cui obiettivo è l’evacuazione delle persone e 2 m/s per impianti il cui obiettivo è l’intervento dei vigili del fuoco).

La differenza tra le diverse classi di impianto si basa sia sulla richiesta di velocità dell’aria alla porta aperta sul piano oggetto di incendio, sia sul numero di porte aperte nel vano scala.

La scelta della classe dell’impianto di pressurizzazione determinerà in maniera fondamentale la progettazione del sistema, che interesserà tutti gli elementi che compongono l’impianto di pressurizzazione (unità di pressurizzazione, condotte, unità terminali e sistema di estrazione dell’edificio) e il corretto dimensionamento sarà di vitale importanza per il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza prefissati a progetto.

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Alessandro Temperini

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