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by Alessandro Temperini
Controllo fumo e calore, Norme e Decreti15 Aprile 20210 comments

Nuova norma SVOF e sinergia con i VVF per interventi in massima sicurezza

Immaginate un intervento dei VVF in un parcheggio coperto, le fiamme in un punto non meglio precisato al suo interno, il calore che fuoriesce minaccioso e una fitta coltre di fumo ad impedire la visuale per qualsiasi azione di spegnimento. È possibile creare un sistema che possa aggirare questo scenario e favorire un intervento in sicurezza per i Vigili del Fuoco?
Questa la domanda a cui risponderemo in questo e nei prossimi post del blog di Aernova.

Cominciamo citando il decreto ministeriale DM 18 ottobre 2019 concernente le modifiche al Codice di prevenzione incendi, un decreto che ha ufficialmente introdotto il nuovo concetto di sistemi di controllo del fumo e del calore di tipo orizzontale, cioè ha definito la possibilità di installare sistemi SVOF (sistemi di ventilazione forzata orizzontale del fumo e del calore).

Grazie ad esso il Codice ammette l’installazione di questi sistemi per quanto riguarda il livello di prestazione II (smaltimento fumo e calore) secondo il capitolo S8 “Strategia antincendio – Controllo del fumo e del calore ” e, tra le modalità generalmente accettate per la progettazione, fa riferimento alla norma prCEN/TS 12101-11.Questa norma, anche se ancora in fase di “proposta di norma”, può essere presa a riferimento per quanto riguarda il dimensionamento e, nello specifico, il suo campo di applicazione fa riferimento alla progettazione, installazione e messa in servizio di sistemi di controllo fumo e calore orizzontali per parcheggi coperti, con o senza sprinkler.

Della prCEN/TS 12101-11 è importante conoscere i concetti fondamentali, nello specifico gli obiettivi che si prefigge e l’approccio al dimensionamento proposto analizzandone l’applicabilità su diverse tipologie di autorimesse.

Per quanto riguarda il suo campo di applicazione per il momento ci limiteremo ad indicare che la prCEN/TS 12101-11 si applica per autorimesse tradizionali con corsie di accesso, ma non è idonea per gli autosilo.

Entriamo dunque nel vivo della discussione cercando di individuare subito l’obiettivo principale della norma: Fornire condizioni favorevoli all’intervento delle squadre di soccorso dei VVF creando una via di accesso sufficientemente libera da fumo per poter raggiungere un punto vicino alla sede dell’incendio.

Questo è quindi perfettamente in linea con la definizione del Codice di Prevenzione Incendi per quanto riguarda il Livello di prestazione, il quale recita che: “Deve essere possibile smaltire fumi e calore dell’incendio dai compartimenti al fine di facilitare le operazioni delle squadre di soccorso”.
Attenzione dunque, da questa dicitura risulta ben chiaro che la norma non è assolutamente pensata per proteggere le vie di esodo e quindi non applicabile per obiettivi differenti da quelli definiti dal livello di prestazione II.

Come viene raggiunto quindi l’obiettivo di norma?

Principalmente attraverso queste tre fasi:

  1. Rilevazione della zona di origine dell’incendio permettendone la facile individuazione da parte dei VVF;
  2. Movimentazione del fumo dalla zona di incendio ad un’altra in cui potrà essere estratto e smaltito verso l’esterno;
  3. Creazione di una zona libera da fumo in modo da permettere ai VVF di avere uno spazio operativo favorevole per approcciare le operazioni di spegnimento in maniera sicura.

Durante la fase di progettazione è dunque bene avere grande cura nel considerare tutti i punti di accesso all’autorimessa in modo da evitare che il fumo movimentato si sposti verso le vie di accesso dei soccorsi.

Negli SVOF più articolati il sistema di comando e controllo deve individuare la zona in cui è scoppiato l’incendio e deve configurarsi in maniera differente a seconda dello scenario.

In questo caso dovranno essere previsti:

  • Molteplici punti di estrazione;
  • Molteplici punti di presa aria;
  • Molteplici punti di ingresso da parte dei VVF, permettendo a questi di utilizzare diversi ingressi a seconda dello scenario.

La prCEN/TS 12101-11 considera quindi anche la progettazione di sistemi particolarmente complessi in cui la gestione dei fumi cambia a seconda dello scenario di incendio ed in cui i componenti assumono diverse configurazioni per poter indirizzare i fumi verso punti di smaltimento differenti, presupponendo un preciso coordinamento tra la gestione degli scenari di incendio e la modalità di intervento delle squadre di soccorso al fine del corretto funzionamento del sistema e del raggiungimento dell’obiettivo.

In ultimo cerchiamo di analizzare gli obiettivi della progettazione, riassumibili in tre punti:

  1. Per ogni possibile scenario di incendio deve essere mantenuta una via di accesso sufficientemente libera da fumo per l’accesso delle squadre dei vigili del fuoco, sia dall’esterno che da una via di accesso protetta (es. scale) per una distanza di 15 m dal fronte del fuoco. Tali condizioni devono essere verificate in regime stazionario (i 15 m sono necessari per raggiungere le fiamme con gli idranti);
  2. La propagazione del fumo a valle del fuoco non deve distare dal punto di estrazione per più di 200m;
  3. Le vie di accesso necessarie ai VVF sono considerate sufficientemente libere da fumo se le seguenti condizioni sono soddisfatte fino ad un’altezza di almeno 1,75m dal pavimento e su una lunghezza di 5m (o tra la larghezza delle pareti se distanti meno di 5m) cinque minuti dopo che l’incendio ha raggiunto il punto massimo della curva HRR, cioè:
    1. La concentrazione di fumo non deve superare 0,03g/m3 dal punto di accesso per una distanza di 18m dal fronte del fuoco (tale limite fornisce buone condizioni di visibilità per la fuga in sicurezza dei VVF);
    2. La concentrazione di fumo non deve superare 0,07g/m3 ad una distanza di 15 metri dal fronte del fuoco (tale limite fornisce una buona visibilità).

Ovviamente il fine che la norma si pone è quello di raggiungere tali obiettivi senza creare condizioni che possano ostacolare le operazioni di esodo degli occupanti o favorire lo spostamento del fumo verso altre zone dell’autorimessa. Nello specifico occorre assicurarsi che la velocità dell’aria lungo le vie di esodo, dovuta ai flussi generati dal sistema, sia sempre inferiore a 5m/s, e che la spinta generata sulle porte dalle differenze di pressioni create sia sempre minore a 100N.

Per evitare l’eccessivo ricircolo dei fumi nell’autorimessa e la creazione di bolle a differenza di pressione elevata, occorre dimensionare i ventilatori di estrazione con una portata maggiore di quella indotta dagli eventuali sistemi a getto presenti, e che l’accensione degli stessi deve essere fatta in funzione della posizione dei vani scala di esodo per evitare effetti dinamici del fumo e trafilamenti sotto le porte.

Infine ricordiamo che la norma prevede anche l’utilizzo dei sistemi SVOF in presenza di sistemi di spegnimento automatico di tipo sprinklers, ma definisce la necessità di un coordinamento al fine di evitare interferenze tra i due sistemi.

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Alessandro Temperini

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