L’effetto Plug-holing nella progettazione di un sistema di evacuazione fumi è spesso trascurato e sottovalutato.
Abbiamo deciso di scrivere questo articolo per tentare di approfondire un argomento molto importante ma spesso non adeguatamente preso in considerazione.
E’ bene precisare che la norma di riferimento del settore per le attività commerciali, la UNI 9494-2, non fa minimamente cenno a tale problematica, e anche cercando nei motori di ricerca si riesce a trovare solo qualche informazione non del tutto esaustiva.
Questo effetto si ha in presenza delle aperture delle condotte di aspirazione al momento del verificarsi dell’incendio, quando la velocità dell’aria aspirata è troppo alta.
Le conseguenze sono che a causa delle elevate velocità il sistema risucchia l’aria pulita al di sotto dello strato di fumo, senza riuscire ad aspirare il fumo accumulato in prossimità del soffitto. Viene effettuata una perforazione dello strato di fumo.
Per rendere l’idea si può pensare all’effetto che si provoca togliendo il tappo ad un lavandino ed al cono di fluido aspirato ad alta velocità che si crea.
E’ facile intuire che se viene prelavata l’aria pulita lasciando accumulare tranquillamente lo strato di fumo, si va completamente a mancare l’obbiettivo per cui si progetta un sistema SEFFC.
Per ovviare a questo problema si deve impostare una velocità dell’aria aspirata molto bassa, solitamente inferiore ai 5 m/s, tanto più bassa quanto minore è la distanza delle aperture di aspirazione dal livello inferiore dello strato di fumo.
Di conseguenza l’unica soluzione è aumentare la dimensione totale delle aperture in modo da minimizzare la portata di ogni singola apertura.
Per poter trovare un riferimento in normativa si può fare riferimento alla DIN 18232:2005, in cui viene indicata la velocità di 5 – 6 m/s come sufficiente per ovviare al problema.
Maggiori specifiche di dimensionamento dell’impianto sono rintracciabili scaricando in forma del tutto gratuita la seguente guida.